Rendicontazione di sostenibilità: i 15 KPI da misurare
La rendicontazione di sostenibilità rappresenta un tassello fondamentale di una qualunque strategia di comunicazione in ambito ESG. Per le PMI, in particolare, è qui che si gioca la possibilità di costruire una vera brand identity sostenibile: la divulgazione di dati e informazioni puntuali, accurate e comparabili sulle politiche e le performance in questo ambito, pur in assenza di obblighi normativi specifici, costituisce infatti un “biglietto da visita” importante e apprezzato da investitori e stakeholder.
Non a caso, considerata la rilevanza finanziaria degli aspetti di sostenibilità in termini di risk management e contributo alla generazione di valore economico-finanziario, sulle imprese in grado di mitigare i rischi e di perseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite gli investitori pongono ormai un occhio di sempre maggior riguardo. E i benefici che ne derivano sulle imprese sono indiscutibili, specialmente se si considera l’obbligo del bilancio di sostenibilità.
Rendicontazione di sostenibilità, perché fa la differenza per l’impresa
Ma quali caratteristiche dell’organizzazione vanno messe in luce nella stesura di una rendicontazione di sostenibilità? Per iniziare, è utile comprendere quali sono gli obiettivi ultimi di questo documento. Il documento deve definire le iniziative avviate per integrare la sostenibilità nella strategia aziendale, da un lato evidenziando un posizionamento distintivo nei confronti dei competitor, dall’altro contribuendo alla creazione di valore aggiunto per clienti e fornitori.
In questo modo, dotandosi di un’immagine fortemente improntata alla sostenibilità, l’azienda viene accreditata come portavoce credibile di temi ESG rispetto ai propri stakeholder. Ne consegue che, in sede di rendicontazione di sostenibilità, l’impresa deve mettere in luce tutti i KPI che contribuiscono a soddisfare questi obiettivi. Entriamo dunque nel dettaglio.
Rendicontazione di sostenibilità e standard GRI, il punto di riferimento globale
Secondo l’analisi sulle Dichiarazioni Non Finanziarie (Dnf) italiane condotta da Deloitte e Università di Pavia, oltre due terzi delle imprese che redigono un documento di sostenibilità adottano i GRI Standard (Global Reporting Initiative) come unico framework o in combinazione con altri.
I GRI Standard rappresentano il punto di riferimento mondiale per la rendicontazione di sostenibilità, grazie alla loro capacità di “fotografare” il contributo positivo o negativo dato da un’organizzazione allo sviluppo sostenibile e di rendicontare gli impatti aziendali secondo i criteri ESG. Si tratta, nel concreto, di best practice per la reportistica su un’ampia gamma di impatti a livello economico, ambientale e sociale, declinate in tre serie di standard che aiutano le aziende a raggiungere uno sviluppo sostenibile:
- gli standard universali GRI, che riguardano tutte le organizzazioni;
- gli standard di settore GRI, applicabili a comparti mirati;
- gli standard specifici GRI, che elencano le informative pertinenti a un particolare tema.
Rendicontazione di sostenibilità, i 15 KPI che non possono mancare
A livello operativo, ecco i principali KPI suddivisi per ambito che vanno occorre prendere in considerazione in una rendicontazione di sostenibilità anche “a misura” di PMI.
1. KPI legati all’impatto ambientale
- Impatto ambientale. Misura consumi di energia, acqua e materie prime
- Emissioni Scope 1 e 2. Consiste nella rendicontazione sulle emissioni Scope 1 e 2 conformemente al GHG Protocol.
- Emissioni Scope 3 (supply chain). Anche in questo caso si tratta del monitoraggio conforme al GHG Protocol.
- Gestione della catena di fornitura. Consiste nell’inclusione di criteri e standard ambientali e sociali nella selezione e monitoraggio dei fornitori.
2. KPI legati all’impatto sociale
- Supporto alle comunità locali. Include il partenariato con organizzazioni non profit del territorio di riferimento, le donazioni e le attività di volontariato aziendale.
- Responsabilità sui prodotti. Consiste principalmente in certificazioni di sicurezza e qualità mirate.
- Diritti umani. Si tratta di procedure formalizzate in accordo con i Guiding Principles on Business and Human Rights delle Nazioni Unite.
3. KPI a livello di governance
- Management. Fondamentale procedere qui con l’identificazione di una figura o un team responsabile per i temi ESG in azienda.
- Risorse umane. Qui si sottendono tutte quelle politiche a sostegno della genitorialità e di remunerazione coerenti con il raggiungimento dei target ESG.
- Diversity&Inclusion. Consiste nella predisposizione di percorsi a supporto del genere meno rappresentato.
4. KPI a livello di risk management, compliance e strategia
- Mappatura dei rischi ESG rilevanti. È un elemento chiave per identificare le aree a maggior rischio e adottare di conseguenza misure preventive.
- Presenza di un codice etico, del modello di organizzazione e controllo 231 e/o di procedure in materia di anticorruzione. Si tratta di tre tasselli che dimostrano l’impegno dell’azienda nel condurre le proprie attività in modo responsabile, promuovendo integrità ed equità.
- Integrazione nella strategia aziendale degli SDGs (Sustainable Development Goals). È ideale integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibili promossi dalle Nazioni Unite all’interno del proprio piano strategico di sostenibilità.
Rendicontazione di sostenibilità, il ruolo della consulenza ad hoc
Arrivare a una rendicontazione di sostenibilità tanto approfondita può non essere facile per un’impresa, soprattutto se di piccole dimensioni. In questo caso può rivelarsi prezioso il supporto di una consulenza ad hoc, che metta in campo un know how specifico in grado di gestire tutte le fasi progettuali e di redigere il documento secondo standard internazionalmente riconosciuti. Un percorso qualificato prevede generalmente 2 fasi:
- Assessment e Materialità, con analisi del contesto in cui agisce l’impresa, mappatura del posizionamento in termini di strategie ESG e individuazione delle aree di miglioramento;
- Redazione della rendicontazione di sostenibilità, sulla base di un cruscotto di indicatori per valutarele performance ESG.
Il documento che ne emerge sarà quindi in grado di comunicare in modo esauriente gli impatti ambientali, sociali ed economici dell’impresa a tutti i suoi stakeholder, offrendo loro un’informativa completa e trasparente di tutte quelle informazioni che non sono presenti nel bilancio d’esercizio.