Come calcolare la Carbon Footprint di un’azienda: il caso Repower
Come calcolare la Carbon Footprint di un’azienda: lo scenario di partenza
La crescente consapevolezza dei danni causati dalla crisi climatica in corso che, come riporta il World Economic Forum, ha causato negli ultimi 20 anni danni per 2.8 trilioni di dollari, sta portando le aziende a comprendere l’urgente necessità di ridurre le emissioni di CO2. In questo senso, vanno lette tutte le azioni legislative come quelle legate alla decarbonizzazione: la normativa europea sul clima ha imposto, come obbligo giuridico, di tagliare le emissioni di almeno il 55% entro il 2030.
Al contempo, la transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio non solo è imperativa per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ma rappresenta anche una significativa opportunità per le imprese di migliorare la loro efficienza energetica, ridurre i costi operativi e valorizzare la propria immagine di sostenibilità sul mercato.
In questo quadro, è fondamentale che le imprese seguano un percorso strutturato per minimizzare la propria impronta carbonica: per questo è cruciale calcolare la Carbon Footprint, allineandosi a protocolli internazionali per la misurazione e la gestione delle emissioni di gas a effetto serra quali il GHG Protocol o lo standard ISO 14064-1.
Come calcolare la Carbon Footprint di un’azienda: obiettivo decarbonizzazione
Il percorso verso la decarbonizzazione in azienda si articola principalmente in due fasi: la misurazione delle emissioni di gas climalteranti attraverso il GHG Inventory e l’elaborazione di un Carbon Management Plan.
- Nel primo step, si procede calcolando le emissioni generate dal comparto produttivo aziendale distinte, a seconda del perimetro analizzato, in Scope 1, 2 e 3. Al termine, viene steso l’inventario delle emissioni dell’azienda, un report di analisi completo di tutte le fonti emissive considerate e le relative informazioni metodologiche, eventualmente validabile da parte di un ente terzo.
- Con la seconda fase, si individuano le aree di miglioramento e le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, così da assicurare il pieno rispetto delle direttive relative alla Climate Action dell’UE. Fondamentale, in questo step, tracciare assieme all’azienda le proiezioni future, valutare gli impatti delle azioni implementabili e strutturare un piano di monitoraggio e governance in grado di integrare pienamente il percorso di decarbonizzazione nel business aziendale.
Come calcolare la Carbon Footprint in pratica: il caso
Azienda di origini svizzere operante nel mercato dell’energia sin dal 1904, Repower Italia è un punto di riferimento nel mercato dell’energia per le PMI italiane e può contare su un’offerta che va oltre la semplice fornitura di elettricità e gas naturale, integrando soluzioni per l’efficientamento energetico, la mobilità elettrica e la consulenza.
Dato l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 associate al proprio operato aziendale, Repower ha iniziato a interrogarsi su quali fossero le emissioni direttamente sotto il proprio controllo diretto e quali invece si concentrassero lungo la propria catena del valore, sia dal punto di vista dei fornitori che dei clienti).
La collaborazione con Circularity ha portato alla stesura del GHG Inventory, fase che ha visto lo svolgimento di varie attività congiunte, quali l’individuazione delle fonti emissive applicabili, l’impostazione di una raccolta dati ritagliata su misura dell’architettura e delle funzioni aziendali, la modellazione delle emissioni corrispondenti, la discussione e infine la redazione del report. Il lavoro è stato impostato secondo la ISO 14064-1:2019, aggregando le emissioni dalle società controllare sulla base delle quote di capitale detenute.
Come calcolare la Carbon Footprint: i risultati secondo Scope 1, 2 e 3
L’analisi ha consentito a Repower di ottenere una rendicontazione organica delle emissioni su tutte le società controllate e rispetto alle diverse categorie emissive previste dalla norma, sia per le emissioni dirette (Scope 1), sia indirette associate all’acquisto di energia (Scope 2), che indirette associate ad attività a monte e a valle dei processi aziendali (Scope 3).
In questo modo, si è potuto evincere come, nel 2022, le emissioni a livello di organizzazione si siano attestate a 2.855.940 tonnellate di CO2 equivalente, di cui circa il 93% associato a emissioni indirette a monte e a valle della filiera. Si tratta di un risultato perfettamente in linea con quello atteso dato il business aziendale di Repower Italia, società in cui il servizio di compravendita dell’energia elettrica e del gas naturare – elemento che incide sullo Scope 3 - risulta nettamente predominante rispetto a quello di produzione di energia, il quale influisce sullo Scope 1. Nello specifico:
- I risultati relativi a Scope 1 e 2 indicano chiaramente gli ambiti di possibile intervento da parte di Repower, la quale ha già avviato un piano di ammodernamento della centrale turbogas di proprietà - di gran lunga la principale fonte emissiva dei due Scope.
- Dal punto di vista dello Scope 3, il report ha consentito di identificare le priorità di intervento e delineare i possibili approcci sulle politiche di approvvigionamento e sull’efficienza energetica dei clienti. Lo Scope 3 non si esaurisce solo a clienti e fornitori, ma abbraccia anche le emissioni associate a categorie quali lo spostamento casa-lavoro dei dipendenti, aspetto rispetto al quale Repower ha predisposto un piano volto all’incentivazione del trasporto pubblico locale.
L’intero progetto è stato in fine integrato all’interno del report di sostenibilità dell’azienda, che ha permesso a Repower di comunicare in modo chiaro, trasparente ed efficace le proprie performance ambientali.
Misurare sistematicamente le proprie emissioni, pianificare le proprie azioni supportati da una solida strategia e attenzionare tutti gli aspetti della sostenibilità e della circolarità: questi sono gli aspetti che contraddistinguono il supporto di Circularity ai propri clienti.
Fonti consultate: