La rendicontazione di sostenibilità rappresenta un tassello fondamentale di una qualunque strategia di comunicazione in ambito ESG. Per le PMI, in particolare, è qui che si gioca la possibilità di costruire una vera brand identity sostenibile: la divulgazione di dati e informazioni puntuali, accurate e comparabili sulle politiche e le performance in questo ambito, pur in assenza di obblighi normativi specifici, costituisce infatti un “biglietto da visita” importante e apprezzato da investitori e stakeholder.
Non a caso, considerata la rilevanza finanziaria degli aspetti di sostenibilità in termini di risk management e contributo alla generazione di valore economico-finanziario, sulle imprese in grado di mitigare i rischi e di perseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite gli investitori pongono ormai un occhio di sempre maggior riguardo. E i benefici che ne derivano sulle imprese sono indiscutibili, specialmente se si considera l’obbligo del bilancio di sostenibilità.
Ma quali caratteristiche dell’organizzazione vanno messe in luce nella stesura di una rendicontazione di sostenibilità? Per iniziare, è utile comprendere quali sono gli obiettivi ultimi di questo documento. Il documento deve definire le iniziative avviate per integrare la sostenibilità nella strategia aziendale, da un lato evidenziando un posizionamento distintivo nei confronti dei competitor, dall’altro contribuendo alla creazione di valore aggiunto per clienti e fornitori.
In questo modo, dotandosi di un’immagine fortemente improntata alla sostenibilità, l’azienda viene accreditata come portavoce credibile di temi ESG rispetto ai propri stakeholder. Ne consegue che, in sede di rendicontazione di sostenibilità, l’impresa deve mettere in luce tutti i KPI che contribuiscono a soddisfare questi obiettivi. Entriamo dunque nel dettaglio.
Secondo l’analisi sulle Dichiarazioni Non Finanziarie (Dnf) italiane condotta da Deloitte e Università di Pavia, oltre due terzi delle imprese che redigono un documento di sostenibilità adottano i GRI Standard (Global Reporting Initiative) come unico framework o in combinazione con altri.
I GRI Standard rappresentano il punto di riferimento mondiale per la rendicontazione di sostenibilità, grazie alla loro capacità di “fotografare” il contributo positivo o negativo dato da un’organizzazione allo sviluppo sostenibile e di rendicontare gli impatti aziendali secondo i criteri ESG. Si tratta, nel concreto, di best practice per la reportistica su un’ampia gamma di impatti a livello economico, ambientale e sociale, declinate in tre serie di standard che aiutano le aziende a raggiungere uno sviluppo sostenibile:
A livello operativo, ecco i principali KPI suddivisi per ambito che vanno occorre prendere in considerazione in una rendicontazione di sostenibilità anche “a misura” di PMI.
Arrivare a una rendicontazione di sostenibilità tanto approfondita può non essere facile per un’impresa, soprattutto se di piccole dimensioni. In questo caso può rivelarsi prezioso il supporto di una consulenza ad hoc, che metta in campo un know how specifico in grado di gestire tutte le fasi progettuali e di redigere il documento secondo standard internazionalmente riconosciuti. Un percorso qualificato prevede generalmente 2 fasi:
Il documento che ne emerge sarà quindi in grado di comunicare in modo esauriente gli impatti ambientali, sociali ed economici dell’impresa a tutti i suoi stakeholder, offrendo loro un’informativa completa e trasparente di tutte quelle informazioni che non sono presenti nel bilancio d’esercizio.