Certificazione Parità di genere - UNI/PdR 125:2022
Negli ultimi anni il tema della parità di genere ha conquistato un posto centrale nelle politiche pubbliche a livello europeo e nazionale, assumendo una rilevanza crescente anche nel mondo delle imprese.
Le trasformazioni normative e i nuovi strumenti di regolazione, come la certificazione UNI/PdR 125:2022, sono il riflesso di una volontà chiara: stimolare l'inclusione di genere come elemento strutturale della governance aziendale.
Nel 2020, la Commissione Europea ha pubblicato la Strategia per la Parità di Genere 2020–2025, che mira a costruire un’Unione dell’uguaglianza, in cui uomini e donne possano avere le stesse opportunità, diritti e rappresentanza in ambito sociale, politico ed economico. Questo documento non è solo un manifesto politico: è la base per una serie di direttive e misure legislative che stanno rimodellando le aspettative verso le imprese, specialmente in ambito ESG.
L’Italia ha integrato questa visione con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede misure specifiche per incentivare le imprese ad adottare politiche e strumenti di inclusione di genere. In particolare, la Missione 5 del PNRR (“Inclusione e coesione”) valorizza il ruolo delle imprese nella costruzione di un mercato del lavoro più equo e competitivo. È in questo contesto che nasce la Certificazione della Parità di Genere, come strumento per premiare chi integra concretamente l’inclusione nelle proprie strategie organizzative.
Sviluppata da UNI Ente Italiano di Normazione in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata pubblicata nel 2022, e rappresenta il primo strumento normativo in Italia volto a valutare in maniera oggettiva e sistematica il livello di parità di genere raggiunto da un’organizzazione.
L’obiettivo non è solo “fotografare” la situazione interna all’impresa, ma guidare le organizzazioni lungo un percorso di miglioramento continuo, introducendo policy strutturate e monitoraggi costanti.
Le 6 aree di valutazione
La forza della UNI/PdR 125:2022 risiede nella sua struttura, non si tratta di linee guida generiche, ma di un sistema basato su indicatori misurabili, che valutano il grado di maturità dell’azienda su 6 macro-aree:
Ogni area prevede pesi specifici e KPI numerici: le imprese che superano la soglia minima del 60% del punteggio complessivo possono ottenere la certificazione.
La certificazione è volontaria e può essere richiesta da qualsiasi organizzazione pubblica o privata, a prescindere da settore o dimensione. Il modello è progettato per essere scalabile: anche le PMI possono intraprendere il percorso, adattando l’applicazione dei requisiti alla propria struttura.
La validità è di tre anni, con verifiche annuali di mantenimento, per garantire la continuità dell’impegno e l’aggiornamento dei dati.
Perchè certificarsi?
L’inclusione non è più un tema separato dalla strategia d’impresa: è parte integrante della “S” dell’acronimo ESG. Le aziende che non dimostrano progressi concreti sul fronte della parità rischiano di escludersi da filiere sostenibili, investimenti green e partnership strategiche. In altre parole, l’equità di genere è diventata una condizione di competitività.
La UNI/PdR 125:2022 si inserisce quindi in un più ampio disegno europeo di rendicontazione dell’impatto sociale d’impresa, anticipando le richieste future della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e della nascente Tassonomia Sociale Europea, che introdurrà nuovi standard per la misurazione degli impatti sociali.
Come si collega la UNI/PdR 125:2022 ai principali standard di sostenibilità?
Al di là degli aspetti tecnici, ciò che distingue la UNI/PdR 125:2022 è la sua capacità di tradurre principi etici in azioni concrete e misurabili. L’approccio promuove un cambiamento culturale profondo, favorendo un clima organizzativo più equo, motivante e attrattivo, soprattutto per le nuove generazioni.
Per molte imprese, la certificazione rappresenta anche l’occasione per strutturare meglio i processi HR, consolidare il welfare aziendale e avviare azioni di comunicazione interna ed esterna coerenti con i valori dell’inclusività.
Scegliere di certificarsi, quindi, significa:
- Ottenere premialità concrete: punteggi più alti in gare pubbliche e accesso facilitato ai fondi del PNRR (Decreto n. 152/2021);
- Aumentare l’attrattività per investitori e stakeholder ESG-oriented;
- Migliorare l’employer branding e attrarre talenti, in particolare le nuove generazioni sensibili a valori di inclusività;
- Strutturare policy interne chiare, trasparenti e misurabili in ambito DEI (Diversity, Equity & Inclusion);
- Gestire il rischio reputazionale e legale, grazie a una governance basata su KPI verificabili.
In uno scenario in cui sostenibilità e inclusione sono sempre più integrati nei criteri di valutazione economica e reputazionale, la certificazione UNI/PdR 125:2022 si afferma come uno strumento strategico di trasformazione aziendale.
Non si tratta solo di rispondere a un requisito normativo o di accedere a incentivi, si tratta di dotarsi di un sistema organizzativo misurabile, capace di generare valore duraturo su più livelli: governance, cultura interna, attrattività verso talenti e stakeholder ESG.
L’integrazione della parità di genere nelle strategie aziendali permette alle imprese di anticipare i trend regolatori, posizionarsi in modo credibile sui mercati sostenibili e consolidare il proprio vantaggio competitivo.
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